Biennale di Venezia 2019 palazzo Zenobio!!! Esposizione quadro di Salvo Kim Vaccaro grazie Allo storico e critico d arte Prof Giorgiogregorio Grasso
Chi sono
Salvo Vaccaro: Particolarissimo e assolutamente personale è il linguaggio pittorico di Kim, anagraficamente Salvatore Vaccaro, classe 1972, Petralia Sottana (PA). Di fede istintivamente Impressionista si avventura nella pittura di paesaggio da autodidatta già più che trentenne dopo aver trascurato per tanti anni l’innata dote per il disegno.
A stimolare la fantasia realizzativa molto incide il suggestivo territorio Siciliano e soprattutto quello delle alte Madonie, dove nasce e opera. ( Petralia Sottana è un comune montano situato a 1000m slm). L’aver prima cominciato a dipingere e poi a studiare, intraprendendo già grande studi accademici, inconsapevolmente fedele ai principi di Monet e compagni nei quali si identifica concettualmente, non ne modifica il percorso artistico e il linguaggio intrapresi, ma sicuramente ne arricchisce i contenuti dando senso e coscienza al suo istintivo, naturale dipingere. I colori a olio lavorati di getto su tela nuda con spatola e pennello, trasformano un sentimento interiore in emozione comunicativa che, tramite i suoi paesaggi quasi sempre frutto della sua fantasia, si esprime universalmente e in maniera univoca, lasciando comunque spazio alla libertà interpretativa dell’osservatore. Da qui Colori è Parole… la pittura diventa verbo (è), un percorso di continua ricerca di se stesso nell’Arte e dell’Arte in se stesso!
Benvenuti sul mio sito, dove avrete modo di conoscermi artisticamente, osservare le mie opere e conoscerne aspetti e dettagli per una migliore e più approfondita lettura.
Il non aver studiato d’arte quando dovevo ma solo quando ne ho avuto voglia, da un lato mi ha sì tenuto distante dalla pittura per parecchio, troppo tempo purtroppo, ma dall’altro non ha permesso che il mio percorso pittorico, soprattutto a livello di pensiero più che tecnico, subisse variazioni di concetto. Studiare non inventa un artista.. ma sicuramente lo forma, lo arricchisce in quella teoria che sapere non guasta, in quei dettagli che se singolarmente apparentemente inutili, tutti insieme formano un bagaglio di assoluta importanza per poter godere di una completa visione artistica.
Fortemente attratto e stimolato dunque dalle opere di Impressionisti e Macchiaioli, e ad essi legato da un innato e libero senso di devozione, mi avventuro ormai non più ragazzino in un cammino artistico assolutamente personale, dove la regola di non seguire determinate regole ne aumenta le difficoltà realizzative. Il non sapere, se non molto sommariamente, chi fossero gli autori di quelle opere che così tanto mi affascinavano al punto di non voler staccarne lo sguardo dalla tela, la curiosità di conoscere i loro volti, il loro pensiero e il loro percorso mi spinse a documentarmi, dapprima da autodidatta e successivamente la decisione di approfondire gli studi.
Così quelle meraviglie ebbero un volto, ebbero un nome, e tutto insieme ebbe più senso!
Quei princìpi, quei concetti che andavo maturando, che volevo fossero le basi del mio linguaggio artistico intrapreso da autodidatta, inconsapevolmente erano i princìpi, i concetti di quelle divinità artistiche che già nel XIX° sec portarono avanti contro le dittature Accademiche del tempo e del Classicismo. Tuttavia, ispirarsi a qualcosa, a qualcuno, come è naturale che avvenga per qualsiasi artista, non necessariamente vuol dire plagiare o tentare di assomigliare ad altri, fredda se pur lodevolissima dote.., ma assorbirne l’essenza e far sì che il nostro sentimento ci identifichi secondo una personale impronta, che ci accosti ma non ci confonda.., far sì che la propria firma sia l’opera stessa..!
Oltre ai “rivoluzionari e innovatori” Movimenti prima citati, così come ovviamente i loro precursori, i pittori della scuola di Barbizon, o il grande J.M. William Turner per fare qualche passo ancora più indietro, trovo grande ammirazione anche per diversi protagonisti dell’arte contemporanea, viventi e non, capaci di trasmettermi grandi emozioni e silenti suggerimenti. Tra questi mi piace ricordare il post-impressionista e paesaggista crepuscolare Michele Cascella, Abruzzese poi scomparso a Milano nel 1989, il Milanese Giovan Francesco Gonzaga, anch’egli un post-impressionista dal tratto deciso, dal forte temperamento, e dai fermi concetti nei quali mi sono sostanzialmente ritrovato, scomparso nel 2007, così come il Pugliese Michele Carpignano, classe ’58, un paesaggista attualmente in piena attività, con i suoi incantevoli scorci lavorati di spatola, che, per chi come me utilizza perlopiù la stessa tecnica, sono inevitabile (soggettivamente parlando) punto di riferimento e di forte ispirazione, sempre, e ribadisco il concetto, mantenendo evidente la propria impronta artistica.
Da subito iniziai a dipingere la natura, soprattutto rivisitando il vero con la fantasia, senza definire schizzi preparatori sulla tela, il ché comporta la difficoltà di ricercare l’esatta proporzione e profondità, individuare le giuste luci e ombre, e quella prospettiva che permetta di andare oltre la tridimenzionalità, ovvero ricercare la quarta dimensione che accompagni, invogli l’osservatore a percorrere con lo sguardo e con la mente l’opera che ha davanti, leggendo e interpretando la scena secondo il proprio sentimento, personalizzando l’ovvio della figurazione con l’assoluta libertà di attribuirgli un significato che non necessariamente deve essere concorde con quello dell’artista, ma suggerito dal suo stato d’animo di quel momento. Lo stesso soggetto, per quanto esplicito sia, parlando di paesaggi o comunque di figurazione, può essere letto, interpretato in maniera differente da differenti lettori, che inquadrano l’opera con personale punto di vista.. – non chiederti cosa provassi io quando ho realizzato quell’opera, piuttosto chiedi a te stesso cosa provi, qual’è il tuo stato d’animo mentre la stai osservando!-
Questa è la libertà che l’arte offre, realizzare oltre gli schemi, osservare con lo sguardo e leggere con il cuore! L’Arte è fare ciò che vuoi, purché ciò che fai abbia un senso..! (cit. SalvoKimVaccaro)
Ovviamente per un paesaggista il concetto di libertà artistica è inteso sempre entro un certo ambito di concretezza, concetti più che concettualità.., motivo per cui difficilmente tale concetto trova interesse oltre l’Astrattismo, definito come l’evoluzione del Figuratismo, avendo sempre e comunque rispetto per ogni differente linguaggio, percorso, movimento artistico che sappia a suo modo esprimere concetti e dare emozioni. Si può non condividere ma giusto è rispettare..
In coerenza con il movimento d’oltralpe, pur non avendone inizialmente coscienza, la mia tavolozza non prevede l’uso del nero, e i colori a olio, sostanzialmente puri, vengono lavorati su tela nuda con spatola e pennello, improvvisando la scena passo dopo passo, correndo il rischio di perdersi non avendo riferimenti, realizzando di getto scenari naturali quasi mai premeditati e mai uguali tra loro se pur contenendo gli stessi elementi. La natura gode di infiniti volti, sta solo a noi dare sfogo alla nostra immaginazione. Nei miei lavori, che volutamente sanno di pittura, dove è facile scorgere tra le campiture i gesti di spatola e pennello, non cerco necessariamente un’attenta definizione del dettaglio, ancor meno la perfezione di una pittura fotografica, (troppa fretta di vedere l’opera finita.., sempre che ne avessi le capacità tecniche, cosa che a dire il vero non ho mai sperimentato), ma la semplicità espressiva, che non vuol dire banalità, affidando al colore e all’immediata lettura il non facile compito di catturare ed emozionare, trasmettendo un messaggio che si trasforma in altrui sentimento, elaborando visioni e memorie in laboratorio, ricreando nello spirito e nella mente il mio “en plein air” ! Come prevedeva il Movimento Impressionista si realizzava all’aperto gran parte del lavoro per poi ultimarlo in atelier, per cui ritrarre l’attimo, il vero in quel preciso frangente diveniva una continua lotta contro il tempo, essendo i colori del paesaggio mutevoli col cambiare della luce. Dunque sono il tempo e la luce le uniche grandi regole amore e ossessione di questi artisti, così come di tutti i paesaggisti. L’atelier ti offre sì la tranquillità nell’esecuzione, ma ritrovarsi all’aperto immersi nella natura pronta a farsi ritrarre, se pur col tempo che scorre, è tutt’altra emozione, un senso di libertà e appartenenza che nessun atelier potrà mai dare! Benché non mi manchino incantevoli scenari a disposizione, che alimentano comunque, in maniera importante, la mia immaginazione realizzativa, le mie opere si sviluppano al chiuso del mio laboratorio, ma, se solo tengo aperta la porta, la natura è lì pronta a tendermi le mani! Alcuni paesaggi mi piace definirli immaginaria realtà, in quanto nati dalla fusione del vero con la fantasia, dando luogo a rivisitate realtà, dove la componente immaginaria nasce certamente dal fatto di essere immersi nel verde, sui monti, con i suoi colori e le sue mutazioni, vivendo a 1000m di altitudine e trovarsi a 40min dal mare..! Queste sono le Alte Madonie, questa è la Sicilia.., o, comunque, anche questa..!
Questa sensazione di libertà, dunque, è ciò che ci spinge a fuggire dalle vincolanti regole scolastiche, se pur, come detto in precedenza, alcune di esse comunque fondamentali. A tal proposito ci si potrebbe chiedere per quale motivo studiare se si è contrari alle regole!? Molti degli Impressionisti così come i paralleli Macchiaioli abbandonarono gli studi accademici, chi mandati via per cattiva condotta, chi lasciò proprio per insofferenza alle regole! Allora perché andare..!?
Ovviamente non sono più i tempi del Classicismo, e le Accademie non sono più quelle opprimenti e pilotate strutture che obbligavano più a fare che a essere.., ma che, se giuravi obbedienza, ti garantivano una proficua carriera. Tuttavia, adesso come allora, si può studiare per conoscere le regole, non necessariamente per osservarle..! (artisticamente parlando!!) Battuta e regole a parte, lo studio non fa mai male, si può essere inclini a seguirne gli schemi o, noti essi, “liberi” di esplorare oltre, ma sapere ciò che si fa non è meno importante di fare ciò che si sa!
SalvoKimVaccaro
Eventi
MOSTRA SAN CATALDO (CL) 2020
L’allestimento della mostra presso i locali del Cineteatro Marconi di San Cataldo è stata curata dagli amici maestri scultori Eugenio Tallo, Francesco Giglia e Torquato La Mattina, con la collaborazione di Pro Loco e Comune San Cataldo (CL)
Arte figurativa tra realismo e non realismo. 18-30 novembre 2019. Presso galleria Spazio M’Arte. Brera, Milano.
Una fantastica Avventura
Continua La fantastica avventura alla biennale di Venezia! Dal 2 al 30 novembre, grazie sempre al Prof. Grasso!!!
Contatti
Vivo e lavoro a Petralia Sottana, nel cuore del Parco delle Madonie, l’unico paese Bandiera arancione del TCI in Sicilia.